Con Flora Sicbaldi, inauguriamo la rubrica “Anteprima Festival”: autori diversi che raccontano Scirarindi dal loro punto di vista.
“A poche ore dalla sua pubblicazione, scorro l’elenco degli espositori dell’edizione 2018 al Festival Scirarindi.
Scorro l’elenco e già comincio a sentire quel gradevole formicolio che ogni anno mi prende durante i giorni del Festival, quando mi aggiro curiosa tra gli espositori e sento che tutto andrà bene, “nonostante”!
I padiglioni dedicati all’alimentazione, naturalmente, sono quelli su cui mi soffermo più a lungo, concedendomi il grande privilegio di stringere la mano e fare due chiacchiere con chi è concretamente impegnato a cambiare le cose in Sardegna, e lavora anche per me, per la mia famiglia, per tutti i sardi.
Quante belle persone ho conosciuto a Scirarindi! Molte di loro ho il vanto di poter chiamare “amici” e tante spero lo diventeranno. Non bisogna essere superficiali, durante la visita: le persone che vi troverete davanti hanno grandi sogni, anche quando sembrano piccolini, che meritano di essere conosciuti ed ascoltati.
C’è chi depura l’acqua e chi quell’acqua la utilizza in agricoltura ingegnandosi a non sprecarla. C’è chi coltiva grani e chi quei grani ha ripreso a macinarli, perché non sia più necessario acquistare le farine istràngias, che non si sa bene da dove vengano. C’è chi fa il pane da cento anni con la stessa matrice e ne custodisce il mistero che poi si rivela a tutti nel gusto.
C’è chi accompagna le api nella loro migrazione e chi propone un alveare in adozione, per produrre lo squisito miele sardo, prendendosi cura delle piccole, operose amiche. C’è chi alleva pecore a pascolo brado, vende la lana a chi ne fa materiale isolante e poi trasforma il latte nel miglior pecorino naturale che si possa sognare: quello che sai di cosa si sono nutrite le bestie perché ne riconosci i sentori nel profumo. C’è chi coltiva legumi antichi autoctoni e chi esotiche piante venute da lontano che in Sardegna hanno trovato un habitat ideale, come succede da millenni.
C’è chi vorrebbe avere l’orto e non ha terra, ma la può affittare e condividere, anche un pezzettino, perché c’è chi questa terra la mette a disposizione, insegnando anche a prendersene cura. C’è chi produce olio: prezioso, profumato, fonte di nutrimento e mentre custodisce le olive, pulisce il bosco, difende il sughero, pattuglia il territorio, alleva animali e coltiva la terra intorno. E se capita, spegne incendi, perché la terra è sempre tua, anche quando non è tua. C’è chi è custode di frutti unici e rari e ci guida attraverso la memoria e la riscoperta.
C’è chi trasforma, conserva e preserva tutta la biodiversità di cui disponiamo per consentirci di fruirne senza sprechi e senza compromessi. C’è chi commercia in spezie, testimoniando la vocazione dell’Isola di ombelico del Mediterraneo in cui e da cui fluisce, confluisce e defluisce cultura gastronomica, assieme ai popoli. C’è chi ci coccola con i dolci di mandorle e chi col nero cacao: l’importante è che siano equi e sostenibili.
C’è chi fa fermentare le idee e le trasforma in birra con un carattere talmente sardo da inorgoglire ad ogni sorso. C’è chi ci insegna a prenderci cura di noi attraverso la valorizzazione di tanta abbondanza senza a andare a cercare il benessere lontano da casa, anzi: stando nella nostra cucina. E infine, c’è chi ci accoglie nella propria cucina per sfamarci e proporci la sua idea di nutrizione, nel rispetto della sostenibilità: l’ingrediente principale del Festival!
Ma la parola “infine”, al Festival Scirarindi, non si usa: lì è sempre l’inizio di qualcosa e dal momento in cui chiude i battenti, ci si rimbocca le maniche con più entusiasmo di prima, consapevoli che il benessere non è altro che la sinergia col mondo che ci circonda a cui ciascuno di noi è chiamato a partecipare e non una utopia irrealizzabile.
E il visitatore torna a casa un po’ stordito di ottimismo, rassicurato dall’aver incontrato i tanti “chi” che rendono la Sardegna il posto del buon vivere.
Perciò prendete nota delle date: ci si vede a Scirarindi!”
F.S.
(Flora Sicbaldi aka Fintzas a coi è appassionata di cibo e Sardegna: attraverso le pagine dell’omonimo blog, prova a raccontare questo rapporto speciale, proponendo la sua idea di cucina in armonia con una filosofia di sostenibilità ragionata e con lo sguardo rivolto alla propria identità culturale).