Esercizi di Gentilezza, incontro con Massimo Angelini

Domenica 2 dicembre ore 17.00 Sala A, Palazzo dei Congressi

Siamo un’unica carne, partecipiamo di un’unica natura declinata in innumerevoli storie personali, condividiamo un’unico destino: orientati dalla razionalità ma ancora di più dalla cordialità (parola che, come coraggio, viene dal cuore, cioè dalla parte etimologicamente più interna e intima di ciascuno di noi).

Ma nella modernità che ci ha spinto a essere sempre meno persona (etim: di fronte allo sguardo dell’altro, dunque soggetto di relazione) e sempre più individuo (etim: forma indivisa, unità distinta, dunque separata) occorre fare un passo indietro, una retromarcia (è il significato nelle Scritture, della parola ebraica tradotta con ‘conversione’), recuperarci come persone.

La distinzione tra persona e individuo, parole apparentemente sovrapponibili nel linguaggio quotidiano, non è lessicale ma, nel profondo, segna lo spartiacque del nostro tempo e il passaggio dalla relazione al rapporto, dalla collaborazione alla competizione, dall’estasi all’introversione, dall’abbraccio alla solitudine.

Il movimento di ritorno a casa, di risveglio del lato personale – vs individuale – che è sopito in noi può passare attraverso una pratica che sapremmo esprime con due verbi: attendere (da qui l’attenzione) e curare (da qui la cura e il prendersi cura), un’attenzione e un prendersi cura di sé, dell’altro, del mondo, che non aspettano di essere meritate, che sono evidente premio di se stesse e contromovimento rispetto alla chiusura, alla paura e persino al tribalismo delle nazioni (oggi sempre più premente e dilagante). Lo stile che meglio sa comunicare l’attenzione e la cura è la gentilezza: testimonianza ed effetto di empatia, tensione a considerare ogni incontro unico e particolarissimo, tensione a mettersi sempre nei panni dell’altro: esercizi ai quali siamo chiamati ogni giorno, più e più volte al giorno. Ne parliamo?

 

Chi è Massimo Angelini

Massimo Angelini