Il clima è impazzito. (o meglio lo “abbiamo impazzito). Gli egoismi sembrano dominare il mondo e le persone sono sempre più smarrite e impotenti.

Ma è proprio così? Resteranno i canti? È possibile costruire un nuovo immaginario? E cosa c’entra tutto questo con l’ecologia della parola? Scopriamolo al Festival Scirarindi in una serata con Massimo Angelini, Franco Arminio e Daniel Tarozzi.

In un mondo che sembra sfuggirci di mano…rEsistere ha senso!(?)

Sabato 1 Dicembre alle ore 21 nella Sala Grande, Padiglione I, primo piano

In un epoca di “rumore”, “notifiche”, “influencer” e “fake news” un paesologo che racconta i piccoli paesi, un filosofo della terra e della parola e un giornalista specializzato nell’indagare la genesi dei cambiamenti positivi in atto in Italia, ci conducono in una serata fatta di parole, silenzi, poesia, ironia, riflessioni e soprattutto – tangibile – intensità.

I relatori

Massimo Angelini “zappa le parole per coltivare idee”; è uno storico della cultura, editore, ruralista e fabbricante di ‘lunari’. Autore di pubblicazioni dedicate alla storia delle mentalità, ai processi di formazione delle comunità locali, alla tradizione rurale, alla cultura della biodiversità. Oggi si occupa prevalentemente di riflessioni sul sacro, sulla modernità e sulla visione simbolica della realtà.

Franco Arminio, paesologo, scrittore e documentarista, animatore di battaglie civili, racconta i piccoli paesi d’Italia e collabora con diverse testate locali e nazionali. È, inoltre, animatore del blog ‘Comunità Provvisoria’, ha vinto numerosi premi ed è autore di molti libri di successo.

Daniel Tarozzi – giornalista, documentarista e scrittore – da oltre 15 anni viaggia alla ricerca della bellezza, del senso, dell’armonia. Racconta il cambiamento positivo attraverso le parole, le immagini e il teatro. É fermamente convinto che l’essere umano possa tornare a ‘vibrare’ con Gaia, ma solo se sceglie di farlo e se ne assume la responsabilità individualmente e collettivamente.

Il programma

Cosa succederà? Nessuno lo sa con certezza. Nemmeno loro. Si confronteranno sull’uso delle parole e le relative conseguenze; rifletteranno sull’immaginario deleterio che i moderni media ci hanno imposto e cercheranno di proporre una rinnovata ‘attenzione’, per “ascoltare gli alberi, prima che le previsioni del tempo”. Ricordandoci che in fondo è “possibile creare una nuova alleanza con gli animali e le piante”. Consapevoli “che dietro il sapere c’è il sale, dietro l’amore le stelle, dietro la cultura l’aratro, dietro il sacro il recinto, e che eterno non significa ciò che non ha inizio né fine, ma
qualcosa che sappiamo tutti”…