Nasce in Sardegna la prima Borsa Etica dei Cereali
Presentazione al Festival Scirarindi Domenica 27 Novembre ore 16.30 Sala C, Palazzo dei Congressi
Daniel Tarozzi intervista Efisio Rosso
direttore della cooperativa di Villamar e promotore della Rete di filiera del grano duro (Sardo Sole)
Nel 2016 per il grano prezzi quasi dimezzati: quello duro per la pasta viene pagato anche 18 centesimi al chilo, mentre quello tenero è sceso addirittura ai 16 centesimi, prezzi più bassi di quelli di 30anni fa, che non ripagano nemmeno i costi di produzione. «Speculazioni», dicono gli agricoltori, «necessità produttive», dicono gli industriali. Alla base del problema c’è il fatto che le quotazioni dei prodotti agricoli dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie speculative E il risultato è che di fatto ci vogliono 5 chili di grano per acquistare una tazzina di caffè
Ma c’è anche dell’altro. Che in Italia (e in Sardegna) la pasta e i prodotti da forno non siano fatti tutti con grano nostrano, è cosa nota. Sostiene Coldiretti che in Italia più di un pacco di pasta su tre e più della metà del pane in vendita è fatto con grano straniero, e i consumatori non lo sanno perché non è ancora obbligatorio indicare la provenienza in etichetta.
In questo contesto si colloca la nascita della “Banca etica dei cereali della Sardegna e del Mediterraneo” promossa dai coltivatori della Marmilla e del Campidano riuniti nella Rete di filiera del grano duro (Sardo Sole). Una piattaforma per favorire l’incontro tra domanda e offerta di grano duro sardo su basi etiche.
La borsa etica dei cereali verrà presentata al Festival di Scirarindi da Efisio Rosso direttore della cooperativa di Villamar e promotore della Rete di filiera del grano duro (Sardo Sole)
E dunque mai più cereali sottopagati e agricoltori sardi indifesi nei confronti delle leggi spietate del mercato globale. L’iniziativa ha anche la funzione di incrementare l’utilizzo del grano duro coltivato in Sardegna da parte dei trasformatori regionali favorendo il riconoscimento della filiera attraverso marchi dedicati. Nella borsa dei cereali sardi, oltre a sancire “il diritto di tutti a mangiare cibo rispettoso e sano”, il parametro che traccia la linea di confine tra cibo rispettoso e non rispettoso. è il prezzo minimo garantito.