Un’antica pratica dei monasteri zen è quella di onorare tutte le persone, i processi, gli elementi naturali che hanno permesso che il nostro pasto arrivasse a noi. Alcuni minuti di silenzio in cui connettersi con la gratitudine per l’acqua, il sole, la terra, per chi ha curato, raccolto, allevato, trasformato, trasportato, cucinato… Una pratica apparentemente semplice che implica però porsi delle domande essenziali. Domande che nel nostro contesto quotidiano occidentale e sempre più spesso “cittadino” anche al di fuori dei contesti urbani, hanno il potere di trasformare il nostro rapporto con il cibo e alle quali potrebbe capitarci di non trovare una risposta.
Una domanda come “da dove viene questo cibo?”, ne porta potenzialmente con se molte altre: quanti paesi ha attraversato? Come avviene la sua produzione e distribuzione? Quali sono le condizioni dei lavoratori che hanno permesso tutto questo?.
Intorno al cibo ruota un fatturato ingente ed anche un’attenzione altissima, eppure non sempre ci si pone le giuste domande o ci si sofferma sugli aspetti più importanti, quelli che hanno a che fare con la qualità, la giustizia, l’impatto ambientale di ciò che arriva nei nostri piatti.
Al Festival di Scirarindi l’evento speciale di sabato 23 novembre propone un’inchiesta sul lato oscuro del mercato del cibo e presenta esperienze alternative che coniugano qualità e sostenibilità sociale ed ambientale. Una serie di incontri, presentazioni, cooking show e dialoghi con la partecipazione di Stefano Liberti, Mesa Noa, lo chef William Pitzalis, studenti e insegnanti dell’IPSAR di Monserrato e il coordinamento di Alessandra Guigoni,
Si apre con “I signori del cibo: Viaggio nell’industria alimentare che sta divorando il pianeta”, una lezione interattiva e uno spettacolo di Stefano Liberti, giornalista e videomaker che da anni pubblica si occupa di politica internazionale (Le Monde diplomatique, El Pais, Internazionale, Al Jazeera). Stefano ci presenta un reportage importante che segue la filiera di quattro prodotti alimentari: la carne di maiale, la soia, il tonno in scatola e il pomodoro concentrato. Attraverso la storia di questi prodotti potremo osservare cosa accade in un settore divorato dall’aggressività della finanza che ha deciso di trasformare il pianeta in un gigantesco pasto. Un’inchiesta durata due anni che fa luce sui giochi di potere che regolano il mercato del cibo, dominato da pochi colossali attori sempre più intenzionati a controllare ciò che mangiamo e a macinare profitti monumentali.
Mesa Noa è il primo emporio collaborativo e autogestito della Sardegna, con sede a Cagliari. Una cooperativa no profit in cui le socie e i soci sono proprietari, gestori e clienti dell’emporio stesso che, ispirato al modello delle Food Coop, si propone come alternativa alla grande distribuzione, favorendo esperienze di consumo critico e consapevole. L’obiettivo è quello di contribuire alla costruzione di un modello economico e sociale basato sulla collaborazione e sul mutuo aiuto tra le persone, sul rispetto dell’ambiente, sulla promozione delle produzioni locali e lo sviluppo di economie di piccola scala.
Nell’emporio, le socie e i soci sperimentano un nuovo modo di fare la spesa: il rapporto con i fornitori è diretto e personale, orientato a fiducia e stima reciproci; la selezione dei prodotti avviene secondo criteri di qualità, sostenibilità, etica e a km equo. Un’approccio che promuove anche nuove forme di socialità, solidali e inclusive. Durante la serata sarà presentato il trailer del documentario “Mesa Noa”
Inoltre sarà possibile degustare alcune pietanze a base di prodotti della Food Coop Mesa Noa preparati dai ragazzi e delle ragazze dell’Istituto IPSAR Gramsci di Monserrato. Il menu prevede
Crostini di Moditzosu con patè di verdure e formaggi assortiti
Panadine con cavolo e patate
Coccoi prenas con patate e menta
Tortini di verdure al forno
Riso integrale Fragrance con zucchine chayote e peperoni croccanti
Insalatina di ceci con rucola e pomodorini
Il tutto coordinato dalla giornalista Alessandra Guigoni, antropologa culturale, PhD e ricercatrice presso l’Università di Cagliari che si occupa di foodtelling, food experience, valorizzazione di produzioni tipiche e sviluppo rurale.
Sarà William Pitzalis, chef del Cagliari calcio, impegnato nel sociale, a condurre l’ultimo momento culinario con un cooking show che sarà anche occasione per presentare il suo progetto di una scuola di cucina per i ragazzi del suo quartiere:, quello di Sant’Elia.