Nasco a Sinnai, in casa, ultima di sette figli e senza fertilizzazione in vitro, da due genitori cinquantenni  con il reverendo peso di 5.4 Kg e con lo stesso taglio a caschetto della foto, cosa inusuale per un neonata che veste in aggiunta vestitini che indossano in genere i bambini di 8 mesi. Dopo questo primo episodio di notorietà, trascorro la mia infanzia tra i clienti del negozio di mia madre, i viaggi in moto, seduta davanti e senza casco, verso l’agrumeto con mio padre, le visite ai vicini e il coro parrocchiale, gli amici e la scuola. Appassionata di filosofia, dell’epica e mitologia greca frequento il liceo Dettori, dove scopro che la matematica e la chimica mi corrispondono meglio. La mia passione per la psichiatria mi porta a iscrivermi a Medicina, dove invece, scontrandomi con Freud, mi appassiono alla Neurogenetica del Prof.Cao.

Da li dopo due anni di lavoro h24 in giro per i paesi dell’Ogliastra in qualità di guardia medica e turistica, vinco un Dottorato di ricerca al Meyer di Firenze in Scienze Neurometaboliche. Li ho cominciato a studiare tutte le vie metaboliche che causano le malattie rare tra le piu disparate e il cui nome era sconosciuto ai piu’. Armata di due fiasche di cellule di un piccolo paziente al quale non si trovo’ nessuna causa della sua malattia, approdo nel 1996 in Germania in uno dei laboratori piu famosi per lo studio di quella malattia rara, la cui causa fu trovata nel 2004. Convinta che non la clinica ma la ricerca  avrebbe dato un contributo alla cura di queste malattie orfane e di cui nessuno si cura perché appunto rare e non degne di essere finanziate, mi tuffo nella ricerca che mi porta in Gran Bretagna, Francia fino all’approdo nel 2001 all’Università di Zurigo, dove oltre alle tecniche piu’ moderne di analisi genetica imparo anche a rilassarmi nelle piste di sci di fondo d’oltralpe. Nel 2008 incontro la Bioterapia Nutrizionale e il modo affascinante con cui la Dott.ssa Arcari Morini e i suoi collaboratori il Dr. Fausto Aufiero e la Dott.ssa Anna d’Eugenio riuscivano a riequilibrare una funzione organica sfruttando la sinergia dei cibi della nostra tradizione e della nostra regione.

Credevo che la Bioterapia sarebbe stata un hobby fino all’incontro con Jack un bimbo di 5 mesi, nutrito con sondino, affetto da paralisi cerebrale infantile (non rara) che si accingeva ad andare a S.Francisco per intraprendere presso Anat Baniel un percorso di terapia Feldenkreis. La madre mi chiese di provare con lui anche la Bioterapia Nutrizionale, provare per credere che Jack , bimbo gourmand e appassionato della crema di avocado con olio di canapa, dopo solo una settimana di terapia nutrizionale non ha più voluto che gli si infilasse il sondino nel naso. L’incontro con Jack è coinciso con l’abbandono dell’ Università nel 2015 e la ripresa dell’attività clinica e con la convinzione che la ricerca non puo’ e non deve essere confinata tra le 4 mura di un laboratorio, ma deve essere aperta sempre a nuove frontiere e nuove conoscenze senza perdere di vista il bambino, l’adulto, l’anziano che stanno dietro quella provetta di laboratorio.  Senza Jack sarei rimasta ferma alla genetica, senza scoprire quanto invece anche la nutrizione e altre tecniche complementari come in questo caso  il Feldenkreis siano importanti nel processo di guarigione o di alleviamento anche di una malattia genetica rara.

Cena delle Cinque Costituzioni Umane® con la dott.sa Maria Rita Lecca